At the beginning of May I spent ten days in Zugliano, a small town in the Vicenza area, to paint a 4-hand piece of approximately 50 m2 with Fabio Fedele. I won the award of the wall (before it was a school, now a place of meeting for cultural activities) in February, participating in a Street Art competition.
The work, done in the fight against bad weather, bears the title: the intuition of light (and shadow).
A young female figure (no longer a child, not a woman yet) is sitting barefoot and opens a book. From the volume comes a strong light from which diaphanous elements emerge, a flower, intertwined stories, insects. She looks at us, surprised. She has a serious face, half in strong and unbelievable dim light. She questions herself, she wants to know, understand.
In the foreground an owl is perched on a perch. Symbol of wisdom and acumen for its ability to see through the dark, it represents knowledge, a broad vision completely opposed to details.
The architecture, decidedly cramped, sometimes turns into rock, it is geometry that is transformed into an unavoidable nature, a reminder of the nearby Bregonze park. It peeps out in the form of a toad and a frog on the right, and at the same time it explodes as a lovely dog’s tooth through the light of the book.
This mixture makes the work sometimes metaphysical. There is curiosity for knowledge and culture is underpinned as a form of hope, of life, of resistance.
The room is hostile, surreal, skewed, as are certain readings that return a new point of view, books that form, make you aware, make you feel guilty.
Works of poetry, fantasy or history – sometimes it doesn’t matter – what do they leave inside us?
(and now in italian!)
Agli inizi del mese di maggio sono stata una decina di giorni a Centrale di Zugliano, piccolo comune del vicentino, per dipingere un pezzo a 4 mani di circa 50 m2 con Fabio Fedele. Avevo vinto l’assegnazione del muro (ex scuola, ora sede delle associazioni culturali) a febbraio, partecipando al bando Street Art della Provincia di Vicenza.
L’opera, realizzata decisamente in lotta contro il maltempo, porta il titolo: l’intuizione della luce.
Una figura femminile, di giovane aspetto (non è più bambina, non è ancora donna) è seduta a piedi nudi ed apre un libro. Dal volume proviene una luce forte dalla quale fuoriescono elementi diafani, un fiore, storie intrecciate, insetti. Lei ci guarda, sorpresa. Ha un volto serio, per metà in forte e inverosimile penombra. S’interroga, vuole conoscere, capire, orientarsi.
In primo piano un gufo è appollaiato su un trespolo. Simbolo di saggezza e acume per la sua capacità di vedere attraverso il buio, rappresenta la conoscenza, una visione ampia del tutto contrapposta ai dettagli.
L’architettura, decisamente angusta, a tratti si trasforma in roccia, è geometria che si tramuta in natura imprescindibile, richiamo alle vicine Bregonze. Fa capolino in forma di rospo e rana, sulla destra, e contemporaneamente esplode come leggiadro dente di cane attraverso la luce del libro.
Questa commistione rende l’opera a tratti metafisica. Vi campeggia la curiosità per la conoscenza e vi è sottesa la cultura come forma di speranza, di vita, di resistenza.
La stanza è ostile, surreale, sghemba, come lo sono certe letture che restituiscono un punto di vista nuovo, libri che formano, rendono consapevoli, fanno sentire in colpa.
Opere di poesia, fantasia o storia – a volte non importa – cosa lasciano dentro di noi?
Un grazie speciale a Fabio! Grazie anche ad Andrea per averci coccolato, a Chiara e Simone della Provincia di Vicenza, a Federico del Comune di Zugliano